Approvata la Direttiva Case Green: quali sono le disposizioni? 

Il Parlamento Europeo ha recentemente approvato la Direttiva Case Green, un importante passo verso un futuro a emissioni zero entro il 2050. La decisione, giunta dopo intensi negoziati e proteste politiche, è stata accolta con 370 voti favorevoli, 199 contrari e 46 astenuti. Naturalmente, non sono mancate le polemiche da parte di chi ritiene gli obiettivi troppo stringenti.

Obiettivi della Direttiva

La direttiva stabilisce obiettivi ambiziosi mirati alla riduzione delle emissioni di carbonio nel settore edilizio. A partire dal 2028, tutti gli edifici pubblici di nuova costruzione dovranno essere a emissioni zero, estendendo l’obbligo ai nuovi edifici residenziali entro il 2050. Per gli edifici esistenti, sono previsti target di efficienza energetica che richiedono una riduzione dei consumi entro il 2030 e il 2035.

Più nel dettaglio, nell’ambito degli edifici residenziali esistenti, i consumi dovranno essere ridotti del 16% entro il 2030 e del 20% o 22% entro il 2035. L’obbligo di installare i pannelli solari riguarderà solo i nuovi edifici pubblici e sarà progressivo, dal 2026 al 2030. Dal 2040 le caldaie a metano dovranno essere eliminate e dal 2025 non sarà più possibile incentivarle. Non è invece passata l’ipotesi di introdurre classi energetiche armonizzate.

Gli incentivi previsti per adeguarsi

Per raggiungere questi obiettivi, i Paesi membri devono adottare misure per promuovere la riqualificazione energetica degli edifici. In particolare, tutti i membri dell’UE dovranno concentrarsi sugli edifici più energivori: sarà infatti necessario garantire che il 55% della riduzione dei consumi medi derivi dalla riqualificazione degli edifici meno performanti. Dl punto di vista pratico e operativo, la direttiva consente ai Paesi membri di adottare misure che prevedano la riduzione delle tasse, come le detrazioni fiscali fino ad ora utilizzate, ma anche forme di risparmio come lo sconto in fattura. 

Sono inoltre previsti fondi di garanzia. Tuttavia, si prevede che i nuovi vincoli della direttiva influenzeranno anche i bonus edilizi esistenti.

Tempistiche e procedimenti

Dopo l’approvazione del Parlamento Europeo, il testo della direttiva deve ottenere il via libera dal Consiglio europeo prima di essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale e diventare vincolante. I Paesi membri avranno poi due anni di tempo per recepire le norme della direttiva nei rispettivi ordinamenti giuridici nazionali. La Direttiva Case Green rappresenta un importante impegno verso la sostenibilità ambientale nel settore edilizio, delineando una roadmap chiara per ridurre le emissioni di carbonio e migliorare l’efficienza energetica degli edifici in tutta l’Unione Europea.

Smart City: a che punto è l’Italia?

Usufruire di servizi digitalizzati, e dunque più veloci, contribuisce a migliorare la qualità della vita. E abitare in città automatizzate, con attenzione al trasporto sostenibile e all’autonomia energetica, renderà i cittadini più consapevoli e pronti alle sfide del futuro.

La trasformazione delle città in Smart City è un processo che sta avvenendo da diversi anni. A trainare questo cambiamento è appunto la digitalizzazione, che ha un forte impatto sulla quotidianità, spesso in maniera positiva. 
L’Italia sta lavorando in questo senso, e anche grazie ai fondi del PNRR per le città intelligenti l’82% dei Comuni ha avviato progetti che puntano a digitalizzazione, sostenibilità e inclusione.

Il 68% dei cittadini percepisce i vantaggi di un boom tecnologico “comunale”

L’attenzione alle Smart City emerge anche dalle opinioni dei cittadini italiani. 
Come spiegano i dati dell’Università Niccolò Cusano sulle Smart City il 68% della popolazione si aspetta un boom tecnologico da parte del comune di residenza, e ne percepisce i vantaggi. Soprattutto nei servizi anagrafici, tributari e di mobilità.

Iniziano inoltre a comparire le prime classifiche delle città più intelligenti del paese. Per stilare la graduatoria delle città più smart d’Italia l’Università Niccolò Cusano ha preso in considerazione 30 indicatori suddivisi in 6 macro categorie, smart governance, environment, economy, mobility, living, people. 
I dati sono estrapolati da strumenti territoriali che riportano i livelli di utilizzo dei servizi, la presenza di rilevatori digitali, il tasso di occupazione. I comuni analizzati sono 7,901.

Città metropolitane intelligenti con oltre 500mila abitanti

Al primo posto della classifica delle città metropolitane più intelligenti si posiziona Milano, seguita da Roma, Torino e Genova.
Al 5° e al 6° posto si trovano le due metropoli del sud Italia, Palermo e Napoli.

Quanto alle città capoluogo di provincia più smart, la classifica delle più intelligenti è guidata principalmente da città del Nord, e al primo posto si trova sempre Milano.
Un risultato che non sorprende, visto che si tratta di una capitale economica importante per il paese. Seguno Trento e Bolzano a completare le prime tre posizioni, mentre Roma è solo ottava.
Chiude la classifica delle prime 10 Bergamo, che continua a recuperare posizioni e per alcuni parametri risulta ai primi posti delle classifiche.

Ma a investire nelle città digitali non sono solo i grandi comuni, e a guidare la classifica dei comuni smart per numero totale è la Lombardia.

Il podio dei piccoli comuni tra 2mila e 50mila abitanti

Assago, un paese di meno di 10mila abitanti, ha raggiunto il punteggio di 97,2/100, secondo solo a Milano. Un risultato che premia l’impegno dei cittadini ed è un ottimo catalizzatore per altre iniziative.

Al Centro Italia il primo posto è occupato da Sesto Fiorentino, al Sud, Sestu, in provincia di Cagliari.
I primi 3 piccoli micro comuni smart, con meno di 2mila abitant, sono Rhêmes-Notre-Dame, in Valle d’Aosta al Nord, Lunano nelle Marche al Centro, e Ancarano, in provincia di Teramo, al Sud, riporta Adnkronos.

Cresce il fatturato delle startup EdTech: +26% rispetto al 2021

Nel 2022 le aziende italiane hanno dedicato il 40% dell’intero budget della formazione a forme di digital learning, per una media di circa 480mila euro a organizzazione. Nelle università in media il 5,6% del budget di Ateneo nel 2023 è destinato alla trasformazione digitale, e circa 6 su 10 (57%) hanno aumentato gli investimenti rispetto all’anno precedente.
Insomma, cresce l’interesse da parte di aziende pubbliche, private, scuole e università verso le nuove tecnologie digitali a supporto dell’apprendimento.

Secondo l’Osservatorio EdTech della School of Management del Politecnico di Milano, in Italia il valore del mercato digital learning nel 2022 si attesta a circa 2,8 miliardi di euro (+26% vs 2021).
La maggior parte delle aziende del settore EdTech offre soluzioni software (75%) in ambito educativo, e i più grandi mercati di riferimento sono scuole (54%) e aziende (54%).

Il 40% del mercato globale riguarda scuole primarie e secondarie

Se le startup italiane del settore non sembrano aver sofferto del generale calo dei finanziamenti a livello globale, raddoppiando la raccolta complessiva di fondi nell’arco di dodici mesi, le previsioni per il 2023 a livello globale indicano che il fatturato delle aziende EdTech raggiungerà 142 miliardi di dollari (+15,4%).

In generale, il settore dovrebbe crescere con un tasso medio annuo del 13,6% fino al 2030.
Il 40% del mercato riguarda il segmento delle scuole primarie e secondarie, trainato dalla crescente adozione del digitale a supporto della didattica. La fetta più grande del fatturato appartiene ai prodotti hardware (41%), che predominano su soluzioni software e di contenuti.

I vantaggi delle soluzioni tech per la didattica

Il 97% delle scuole ha presentato una o più progetti negli ultimi 3 anni per la ricezione di finanziamenti volti a favorire l’innovazione tecnologica, in particolare, nell’ambito del PNRR. I vantaggi legati all’adozione di soluzioni digitali per la didattica riguardano maggior coinvolgimento degli studenti (78%), inclusione dei ragazzi più introversi o con bisogni particolari (68%) e aumento dell’efficacia (50%). Le tecnologie più diffuse sono software per creare mappe concettuali, indicate soprattutto per chi soffre di Disturbi Specifici dell’Apprendimento (78%).

Il 72% delle università ha inserito la trasformazione digitale nel proprio piano strategico, e la maggior parte degli atenei offre una buona percentuale di corsi di studio in presenza supportati da strumenti digitali (96%).
Gli strumenti più innovativi maggiormente diffusi? Open badge (58%), sistemi di gamification (46%) e realtà virtuale e/o aumentata (31%).

La formazione nelle organizzazioni è digitale 

Benché la maggior parte del Top Management sia consapevole dell’importanza della formazione per il raggiungimento degli obiettivi strategici, solo il 35% delle organizzazioni integra formalmente i piani formativi nei piani strategici aziendali.

Oggi, il canale del digitale è quello più utilizzato per erogare contenuti formativi, e supera la tradizionale lezione d’aula.
Il digitale viene utilizzato principalmente a supporto della formazione obbligatoria, inclusi i temi legati alla sicurezza sul lavoro, e della formazione linguistica. E il trend di investimento in digitale da parte delle aziende per il 2023 è previsto in crescita del 4,9%.

Lavoro: a Natale le agenzie offrono oltre 35mila opportunità 

Sono oltre 35mila le opportunità offerte dalle agenzie per il lavoro nel bimestre novembre-dicembre 2023 su tutto il territorio nazionale. Tra le 30 figure professionali più ricercate in vista delle festività 2023 ci sono addetti alle vendite, promoter, visual merchandiser, magazzinieri, autisti e rider. E ancora, camerieri, aiuto cuoco, decoratori e animatori di eventi. Sono alcune 

A quanto emerge da una rilevazione effettuata da Assolavoro Datalab, l’Osservatorio dell’Associazione Nazionale delle Agenzie per il Lavoro, su dati interni al settore e su fonti terze qualificate (Excelsior, Linkedin, Trovit, Indeed) accanto a figure legate a settori legati tipicamente allo shopping natalizio, come commercio al dettaglio e logistica, cresce la richiesta di profili professionali specializzati in allestimenti e animazione, e nelle attività legate alla ristorazione.

Vendita, logistica, allestimento/eventi e ristorazione i settori interessati

L’Osservatorio suddivide le 30 figure professionali in 3 categorie, le 10 professioni nella vendita e nei servizi collegati, le 10 professioni nel settore della gestione ordini, logistica e trasporti, e le 10 professioni relative ad allestimento, realizzazione eventi, attività ricettive e ristorazione.

Nella vendita e nei servizi collegati, in particolare, si rileva un elevato livello di richieste di commessi, anche digitali, di promoter, banconisti, scaffalisti e addetti al back office dei reparti. Mentre il settore della gestione degli ordini, logistica e trasporti, offre numerose opportunità soprattutto per addetti alla preparazione ordini, anche per e-commerce, addetti al picking, mulettisti, corrieri e fattorini.  

Cercasi barman, ma anche Babbo Natale

In vista del picco per le vacanze invernali si registra poi un boom di richieste anche per le professioni legate alle attività ricettive e alla ristorazione, quali barman, addetti alla caffetteria, e addetti di cucina.
Tra i profili richiesti nel periodo natalizio vi sono poi anche figure tecniche e artistiche specializzate in allestimenti, tra le quali decoratori, addetti alle luminarie e montatori di casette di Natale e stand.

Centri commerciali, catene di negozi e anche i singoli punti vendita ricercano poi personale che possa intrattenere grandi e bambini animando l’atmosfera natalizia con l’interpretazione del ruolo di Babbo Natale e di altri figuranti natalizi.

Contratti in somministrazione o a tempo determinato

Solitamente sono posizioni per le quali si richiede disponibilità a lavorare su turni e nei giorni festivi, flessibilità negli orari, e buona conoscenza di almeno una lingua straniera.

Si tratta per lo più di contratti di lavoro in somministrazione, ovvero con le tutele e la retribuzione tipica del lavoro dipendente e, per quelli a tempo determinato, con occasioni doppie di reimpiego allo scadere del rapporto di lavoro.

Cari animali domestici: quanto costa mantenerli?  

Dal cibo al veterinario fino alle assicurazioni e agli accessori, ogni anno per mantenere un cane servono in media quasi 600 euro, e poco meno di 390 euro per un gatto.
Insomma, il caro vita colpisce anche gli animali domestici. E se si considera che in Italia una famiglia possiede, in media, due animali, emerge come il mantenimento dei pet sia una spesa importante all’interno del budget famigliare. Si va infatti dai 780 euro ai 1.200 euro in base alla tipologia di amico a quattro zampe posseduto. Lo ha scoperto l’indagine commissionata da Facile.it all’istituto di ricerca EMG Different.

Rincari maggiori per il cibo


Il 59% di chi possiede un cane o un gatto (oltre 11 milioni di individui) ammette di aver riscontrato nell’ultimo anno rincari nei costi di mantenimento dell’animale. A registrare gli incrementi maggiori la spesa destinata al cibo: quasi 9 proprietari su 10 (89%) dichiarano che il prezzo degli alimenti è quello aumentato di più, seguito dai costi del veterinario, rincarati per più delle metà degli intervistati (51%). Quanto al tipo di animale posseduto, tra i proprietari di Micio quasi 2 su 3 (64% vs 58% tra chi possiede Fido) dichiarano di aver dovuto far fronte a rincari.

Il 91% di chi ha fronteggiato rialzi per almeno un amico felino si lamenta soprattutto dell’aumento del cibo (vs 86% possessori di cani), mentre tra chi possiede un cane l’incremento maggiore è individuato nelle spese veterinarie (55% vs 49% per i proprietari di un gatto).

Assicurazioni a misura di pet

Se per i rincari delle spese alimentari non si può fare molto, è bene sapere che i costi di quelle veterinarie possono essere alleggeriti grazie alla sottoscrizione di una polizza specifica per gli amici a quattro zampe.
Sebbene i prodotti sul mercato siano molto diversificati in base alle garanzie comprese, secondo le simulazioni di Facile.it, è possibile trovare assicurazioni che includono responsabilità civile, rimborso delle spese veterinarie e tutela legale, con tariffe che partono da circa di 10 euro al mese per un’offerta base e che possono arrivare fino a quasi 20 euro per una copertura con massimali più elevati.

Solo il 29% dei proprietari ha sottoscritto una polizza

Ma su un totale di oltre 18,8 milioni di italiani che possiedono uno o più animali domestici solo il 29% dei proprietari (quasi 5,5 milioni) ha sottoscritto una copertura assicurativa. Nel caso di Fido, il 36%, e il 17% per Micio.
Il dato preoccupante è scoprire come il 7% di chi possiede un animale (1,3 milioni di italiani) non sia neanche a conoscenza dell’esistenza di polizze specifiche, mentre il 14% è intenzionato a stipularne una nel prossimo futuro.

Bonus colonnine elettriche: cosa cambia nel 2023?

Il bonus colonnine elettriche 2023 è un contributo erogato dal Ministero dello Sviluppo economico con Dpcm del 4 agosto 2022. Il Ministero ha destinato al contributo un fondo pari a 40 milioni di euro.
Rispetto al primo bonus voluto dal Ministero nel 2019 il nuovo decreto ha apportato alcune modifiche. In particolare, il rimborso del costo sostenuto ora passa dal 50% all’80%, e non si tratta più di una detrazione fiscale, ma di un contributo immediato. Inoltre, se in precedenza il bonus colonnine elettriche era rivolto alle sole imprese oggi si rivolge anche a cittadini privati e condomini.

Oggi possono richiederlo anche cittadini privati e condomini

Il nuovo bonus colonnine 2023 può essere infatti richiesto dalle seguenti categorie: privati che desiderano installare le colonnine di ricarica di veicoli elettrici nella propria abitazione e condomini che scelgono di installare gli impianti di ricarica di veicoli elettrici negli spazi comuni. Non solo. Nel caso in cui il cittadino non si trovi in condizione di richiedere il bonus, la domanda può essere inoltrata anche dai condominiche decidono di provvedere all’installazione dei dispositivi di ricarica negli spazi comuni. Il valore di ogni colonnina per la ricarica è in media di 1.330 euro, quindi il contributo medio sarà di circa 1000 euro. Il privato riuscirà dunque a pagare solo una cifra di 300 euro per una colonnina.

Qual è il limite di contributo erogabile?

Per fare un esempio pratico, nel caso di un condominio che installa circa 5 colonnine per un valore di circa 6.500 euro il suo ritorno economico potrebbe essere di oltre 5.000 euro. Il contributo massimo varia se la richiesta di installazione della colonna di ricarica arriva da privato o da condominio. Per l’installazione presso un’abitazione privata il contributo massimo è di 1.500 euro, mentre se è nelle parti comuni di un edificio condominiale il contributo massimo è di 8.000 euro.

Come richiederlo?

Rientrano nelle spese recuperabili nel caso di installazione di colonnine elettriche in casa privata o condominio, nella cifra dell’80%, l’acquisto delle colonnine, la posa delle colonnine e la messa in opera delle stesse, riporta Immobiliare.it. Il contributo rimarrà valido non solo per l’anno in corso ma anche per il 2024 fino a esaurimento fondi. Sarà quindi valido per tutto il periodo 2023-2024, si potrà richiedere sulla piattaforma del Mise, non ancora attiva, e sarà erogato sotto forma di rimborso delle spese già sostenute e documentate.

Come far emergere il proprio profilo nella ricerca di lavoro?

Quali sono i punti focali che più di altri intercettano l’attenzione dei selezionatori di personale? Come fa un’azienda a cercare il talento giusto tra tutti quelli iscritti sulle piattaforme online? InfoJobs ha analizzato il comportamento di oltre 5.000 aziende attive sulla piattaforma, di cui nel primo trimestre 2023 quasi 3.500 hanno cercato un talento sulla job board. L’obiettivo è scoprire come inizia il percorso di ricerca per il candidato perfetto, e quali sono le informazioni imprescindibili da inserire in un curriculum per superare il ‘rumore di fondo’. E far sì che si concretizzi la possibilità di accedere a un colloquio.

Gli elementi da non trascurare

Nonostante la crescita del lavoro ibrido, valido per molte professioni, ma non per tutte, la collocazione geografica è ancora oggi fondamentale. Le aziende partono proprio dalla prossimità del candidato rispetto alla sede aziendale per cercare il talento da inserire in organico. Inoltre, il dato serve alle aziende per capire la disponibilità a lavorare nelle province adiacenti al domicilio del candidato, o per gestire meglio le proprie risorse sul territorio e valutare eventuali trasferimenti o opportunità in filiali. Il secondo elemento focus è l’età. Ogni età porta con sé caratteristiche da valorizzare, dall’esperienza di chi ha molti anni di professione alle spalle a chi si sta affacciando per la prima volta al mondo del lavoro.
Il suggerimento è quello di non lasciarsi scoraggiare dal passare del tempo: ogni risorsa è principalmente una persona, quindi si può sempre provare a cercare una nuova opportunità lavorativa.

Indicare bene ruoli e professioni

Una volta stabiliti i confini in termini geografici e di età, le aziende proseguono nella ricerca del talento cercando tra le professioni. Per fare ciò si avvalgono di parole chiave che identificano la professione. Indicare bene ruoli e professioni facilita perciò l’esser trovati dall’azienda. Il suggerimento è utilizzare anche i sinonimi delle classiche professioni: sappiamo tutti ormai che ad esempio ‘commesso/a’ può avere diversi appellativi, come sales assistant o addetto/a vendite.

Categoria professionale e titolo di studio

Quando magari si pensa a più professioni, o in generale a un nuovo ruolo da inserire in un ramo particolare, l’azienda mira a osservare la categoria professionale di provenienza del candidato, basandosi soprattutto sulle ultime esperienze professionali o aspirazioni inserite nel cv.  Non è meno importante l’area di studio a incuriosire l’azienda. Le aziende, infatti, prestano attenzione a questa sezione per capire fin da subito i margini di crescita professionale all’interno dell’azienda, e quale ruolo possa essere di maggior interesse per il candidato in esame. Le competenze acquisite in anni di studio possono trovare corrispondenza nelle mansioni lavorative, o supportare e incentivare la formazione su uno specifico ambito. Mai sottovalutarle.

Crisi Global Economy: come sopravvivere ai contesti turbolenti del mercato? 

Dopo decenni la Global Economy entra in crisi. Al crash finanziario del 2008, che ha segnato un profondo mutamento nel movimento del capitale a livello internazionale, negli ultimi tre anni la pandemia e poi la guerra hanno messo a dura prova la libera circolazione di merci e persone. Ma come possono sopravvivere le imprese a questa crisi? Una ricerca promossa da Calicantus, BigCommerce e Upskill 4.0 evidenzia tre modelli di imprese in grado di navigare in un mercato dal contesto turbolento. Imprese multinazionali, capaci di personalizzare l’offerta con prodotti regionali e privilegiando risorse umane locali, aziende tecnologiche che forniscono prodotti in grado di superare qualsiasi frontiera, e imprese di nicchia (Made in Italy), distinte da prodotti riconoscibili e particolari, che possono sfruttare il commercio digitale per imporsi nel mercato internazionale.

Il ruolo del digitale per le Top Pmi del Made in Italy 


Per il Made in Italy l’impatto del digitale ha contribuito a creare un modello di business volto alla flessibilità produttiva, derivata dall’interazione con il cliente finale. Secondo uno studio di Banca IFIS e Università Ca’ Foscari di Venezia, l’87,5% delle Top Pmi afferma che le tecnologie svolgono il ruolo di abilitatore per competere in termini di flessibilità e personalizzazione dell’offerta, il 76% migliorano l’efficienza del processo produttivo e per il 64,6% la competitività internazionale. Il 35,4%, poi, sostiene che la digitalizzazione possa migliorare la sostenibilità ambientale.

CRM, marketing analytics e relazione con il cliente

La strategia per le imprese italiane si fonda dunque sul valore della relazione con il cliente. Nella ricerca condotta da Casaleggio Associati, il 47% delle imprese preferisce una presenza internazionale grazie all’e-commerce gestito in modo autonomo. Di questi, infatti, solo il 7% è presente a livello mondiale con i marketplace. La soluzione è quindi nella valorizzazione della capacità di dialogare e comunicare, investendo in un’infrastruttura digitale che consenta di monitorare e quantificare i dati, gestire le interazioni, e convertire in valore economico. L’82% delle aziende è già dotata di un sistema CRM, e il 67% dei dirigenti marketing ritengono l’utilizzo di marketing analytics essenziale per la competitività, citando un aumento di profitto dal 5 al 15%.

Le leve per attivare la crescita sono dati, numeri e persone

Per gestire e spiegare la complessità di un prodotto è indispensabile attrezzarsi con un backoffice strutturato: un sistema di tecnologie che assicuri regole, efficienza e sia in grado di gestire un’economia di scala. Le leve per poter attivare la crescita sono dati, numeri, ma anche le persone. Oggi però le Pmi trovano nella disponibilità di competenze adeguate l’ostacolo principale nell’adozione delle nuove tecnologie. La lunghezza dei tempi di implementazione dei sistemi tecnologici, probabilmente determinata dalle limitate competenze specifiche in azienda, è un altro fattore determinante per l’evoluzione delle aziende verso il 4.0. Competenza e professionalità, quindi, scarseggiano. Eppure sono fondamentali per cavalcare le sfide dei mercati.

Cinque mosse per ridurre le emissioni di Co2 negli edifici 

Riuscire a contrastare il climate change e ridurre le emissioni di CO2 è ormai una priorità per tutti i paesi del Mondo. In occasione della Giornata Mondiale della Terra, che cade il 22 aprile, Cisco offre una serie di suggerimenti, con 5 regole principali, per aiutare a gestire meglio gli sprechi negli edifici. Si tratta di indicazioni relativamente semplici ma dall’incredibile impatto in termini di decarbonizzazione. Insomma, non è ancora troppo tardi per darsi da fare e ottenere enormi vantaggi. Oggi la maggior parte delle emissioni di anidride carbonica sono dovute a consumi energetici per l’illuminazione, riscaldamento e condizionamento dell’aria oltre che per alimentare dispositivi di vario tipo. La tecnologia deve pertanto essere integrata in maniera efficace nelle strutture.

Integrare i vari sistemi dell’edificio con la rete IT

Integrando i diversi sistemi dell’edificio con la rete IT, i dati sulle prestazioni del palazzo possono essere utilizzati per regolare dinamicamente altri sistemi come il riscaldamento, la ventilazione, l’aria condizionata e l’illuminazione, arrivando così al concetto di “edificio intellilgente”

 Aggiornare la rete alla tecnologia Power over Ethernet (PoE)

In questo modo si eliminano le perdite legate alla conversione dell’alimentazione da corrente alternata a corrente continua. Questa tecnologia permette di ottenere un controllo più granulare e una potenziale riduzione del 30% – 50% degli sprechi energetici.

Punti di accesso wireless e sensori IoT 

Abilitandoli con funzionalità che aiutano a conoscere il tasso di occupazione e l’utilizzo degli spazi, la qualità dell’aria interna, la temperatura e l’umidità, diventa semplice regolare i sistemi per offrire un ambiente confortevole ma senza sprechi, consumando energia solo dove serve. 

Quali sono le apparecchiature di rete che incidono di più sui consumi

Individuare quali sono le apparecchiature di rete che incidono di più sui consumi implementando sensori che permettono di individuare gli sprechi e attivare strategie semplici ma efficaci – come spegnere o accendere i dispositivi in base al loro utilizzo – che cumulate possono ridurre i consumi tra il 5 e il 15%. 

Tecnologie di collaboration

Sfruttando in modo esteso soluzioni di videoconferenza, sistemi di connessione sicura come le VPN per lavorare da remoto, telepresenza, si abbassano concretamente a ridurre le emissioni correlate a viaggi e spostamenti. Convertendo in modalità virtuale fino al 30% delle riunioni fuori sede, ogni anno si potrebbero ridurre di 550.000 tonnellate le emissioni di CO2 in tutto il mondo.

Le migliori attività per divertirsi durante una festa di compleanno

Stai cercando idee per organizzare una festa di compleanno divertente e indimenticabile? Bene, allora stai già partendo con il piede giusto!

Organizzare una festa che funzioni veramente è un qualcosa di bellissimo sia per il festeggiato che per gli invitati. Andiamo allora di seguito a vedere quali potrebbero essere le migliori attività per divertirsi durante una festa di compleanno, adatte a tutte le età e a tutti i gusti.

Che tu stia organizzando una festa per un bambino, un adolescente o un adulto, in questo elenco troverai sicuramente qualcosa che ti piacerà.

Attività all’aperto

Se vuoi organizzare una festa all’aperto, ecco di seguito alcune idee che consentiranno a tutti di divertirsi.

Caccia al tesoro

La caccia al tesoro è un’attività divertente e stimolante che può essere organizzata ovunque. Basta nascondere alcuni oggetti in giro e creare una serie di indizi che i partecipanti dovranno seguire per trovarli. Puoi organizzare la caccia al tesoro in un parco, in un giardino o in qualsiasi altra area all’aperto.

Picnic

Se vuoi organizzare una festa rilassante e informale, un picnic potrebbe essere la scelta giusta. Scegli una bella location all’aperto, porta dei buoni snack e bevande fresche e goditi una giornata di sole con i tuoi amici.

Giochi sportivi

Se sei un amante dello sport, o se lo è il festeggiato, organizzare dei giochi all’aperto potrebbe essere un’ottima scelta. Puoi organizzare una partita di calcio, pallavolo, basket o qualsiasi altro sport che ti piaccia. Assicurati di avere tutta l’attrezzatura necessaria e di scegliere una location adatta alle attività.

Attività al chiuso

Se vuoi organizzare una festa al chiuso, ecco alcune idee carine per delle attività al coperto che piaceranno a tutti.

Escape room

Le escape room sono diventate molto popolari negli ultimi anni e sono sicuramente un’attività divertente da fare in una festa di compleanno. In un escape room, i partecipanti dovranno risolvere una serie di enigmi e rompicapi per uscire dalla stanza.

I tappeti elastici

Esistono apposite strutture indoor in cui vi sono diversi tappeti elastici in cui è possibile saltare e cimentarsi in divertenti acrobazie in tutta sicurezza.

Si tratta di ambienti adeguatamente protetti grazie ad imbottiture che attutiscono ogni eventuale impatto, consentendo agli utenti di poter saltare liberamente e senza la paura di farsi del male in caso di caduta accidentale.

Karaoke

Se al festeggiato piace cantare, un’attività divertente potrebbe essere il karaoke. Puoi noleggiare l’attrezzatura per il karaoke o scegliere una location che già lo offre. Assicurati di avere una buona selezione di basi per soddisfare tutti i gusti musicali.

Giochi da tavolo

Se preferisci un’attività più tranquilla, i giochi da tavolo possono essere una scelta adeguata. Scegli una selezione di giochi divertenti e coinvolgenti che possano essere giocati da tutti i partecipanti. Molti amano il Risiko, altri il Monopoli o Pictionary, a te la scelta!

Pizza party

Organizza una serata pizza party in cui i partecipanti possono creare le proprie pizze personalizzate. Prepara la pasta per la pizza e una selezione di ingredienti come mozzarella, pomodori, funghi, salumi e verdure. Ogni ospite potrà quindi creare la propria pizza con gli ingredienti che preferisce.

Corso di cucina

Un’attività culinaria più strutturata può essere un corso di cucina di una sera. Puoi noleggiare uno chef professionista o chiedere a un amico che ha buone abilità culinarie di insegnare ai partecipanti a cucinare un piatto particolare. Questa attività è educativa e divertente allo stesso tempo.

Conclusioni

Organizzare una festa di compleanno può essere un’esperienza divertente e coinvolgente se si sceglie l’attività giusta.

Abbiamo elencato qui alcune delle migliori attività che consentono di divertirsi durante una festa di compleanno, adatte a tutte le età e a tutti i gusti.

Ricorda che la location è fondamentale: scegli per questo una location per feste di compleanno che si adatti alle attività che vuoi organizzare.

Assicurati anche di avere tutta l’attrezzatura e le risorse necessarie per le attività che hai scelto.

Mettendo a frutto queste idee, sarai pronto per organizzare la festa di compleanno perfetta!